ALESSIO COGODI PT. 3: CHIUNQUE PUÒ ESSERE TUO MAESTRO

Continuazione dell’articolo “ALESSIO COGODI PT. 2: VIAGGIO E DESTINO”

29 giugno 2019

Grazie al carburante che mi è stato regalato riesco ad arrivare alla prossima stazione di servizio che dista circa 70 km.

Mentre faccio benzina noto un sacco di macchine che trasportano moto da cross, e tra me e me penso che probabilmente ci sia una gara nelle vicinanze.

Dopo 15 km circa trovo un cartello che indica una pista da enduro con all’interno un po di tende e dei camper. Non do peso a questo fatto e continuo imperterrito a guidare con in testa il solo pensiero che 270 km separano me dal mio free camping.

Cambio di rotta

Dopo circa 2 km dico a me stesso che non sono di fretta, sono curioso e voglio tornare indietro a vedere che succede li dentro. E così faccio.
Entro nel terreno dove si trova la pista e immediatamente una ragazza che guida una vecchia moto da cross viene da me e mi chiede se per caso abbia intenzione di gareggiare con la mia moto (un Transalp – ndr).

Le rispondo ovviamente di no e che sono solo un viaggiatore che voleva fare qualche ripresa con la Gopro da tenere come ricordo di viaggio.

Mi spiega che l’indomani ci sarà una gara e che tutti i corridori e le rispettive famiglie trascorreranno la notte li, berranno qualche birra e prepareranno un falò.

Invito a Notte

“Se vuoi puoi stare qui stanotte”, mi dice lei. Non me lo faccio ripetere due volte, scarico i bagagli e in qualche minuto la tenda è pronta.

Intanto un sacco di persone si avvicinano per parlarmi e chiedermi qualcosa riguardo a ciò che faccio e il mio viaggio. Una parola con ognuno, e alla fine mi ritrovo in un camper a bere The e mangiare torta al cocco con un adorabile signora appassionata di motocross.

E non è l’unica. A quanto pare l 80% della gente in questo posto gareggia, compresi bambini, donne e ultra sessantenni.
Fanno parte di un moto-club e ogni paio di settimane si riuniscono per questo tipo di occasioni.

Senza che nessuno mi chieda nulla comincio a racimolare un po’ di legna per il falò della notte.
Volevo rendermi utile per ringraziarli dell accoglienza.

Ad un certo punto mi imbatto in due bambine che avranno avuto 12 e 8 anni circa, che stanno giocando con delle moto da cross con assoluta normalità.

Così comincio come al solito a farmi i fatti loro e chiederle da quando guidano e se le piacesse quello che fanno. I loro occhi sprizzano felicità e io non posso che essere super felice per loro e per la bellissima passione che le è stata passata. Loro non spendono le loro giornate davanti a uno schermo o alla TV.
Loro guidano delle moto da cross in pista e condividono questa passione con i loro genitori.

Chiunque può essere il tuo Maestro

Ad un certo punto la più piccola del gruppo mi dice di essere caduta 4 volte quel giorno quindi con un grande sorriso le dico che l importante è non essersi fatti male e che bisogna sempre rialzarsi quando si cade.

Le mostro la mia cicatrice in pancia e con una dolcezza e una sincerità disarmante mi dice “anche mio padre ha avuto un incidente ma lui è morto”, poi mi guarda e in un attimo cambia la sua triste espressione nel più bel sorriso mai visto.
Rimasi senza parole. Cosa avrei mai potuto rispondere in un momento del genere?

Per fortuna una delle amiche rompe il ghiaccio cominciando a giocare con lei e io rimango li, di sasso, a pensare come a volte anche una bambina di 8 anni possa insegnarti a affrontare la vita.

Quando qualcuno ti insegna qualcosa, non importa quale sia la sua età, in quel momento è il tuo maestro.

Serata alternativa

La serata prosegue ma io non ho nulla da bere, quindi sotto indicazioni degli altri mi reco in un piccolo villaggio a 15 km da li per comprare qualche birra al pub e magari qualcosa da mangiare.
Entro nel piccolo market per acquistare dei noodles, pane e qualche biscotto, oltre a dei mashmellow per la notte.

Al market l”anziana proprietaria mi accoglie con un bellissimo sorriso e mi regala un braccialetto con scritto “GO QUEENSLANS”, che carina. Prendo anche qualche birra e torno al campeggio. Strano a dirsi ma tutto ciò mi regala una profonda sensazione di libertà.

Nel campeggio conosco un uomo sulla cinquantina che piazza la tenda davanti alla mia. Lo aiuto a scaricare la moto dal suo pick-up e beviamo una birra insieme. Mi dice di arrivare dal sud-Africa e che si è trasferito qui 7 anni fa dopo aver ottenuto uno sponsor in una grossa compagnia elettrica (lo sponsor in Australia serve a “far valere il visto di soggiorno”).
Passiamo la serata insieme, a parlare del più e del meno e verso le 10 di sera, probabilmente in preda ai fumi dell alcool, mi invita a passare il giorno successivo a casa sua con la famiglia. Io annuisco e accetto, consapevole del fatto che sono solo chiacchiere da bar. La serata scorre intorno al fuoco e mentre scrivo queste pagine per evitare di dimenticare tutte queste incredibili sensazioni, mi faccio dare qualche consiglio per il resto del viaggio.

Ormai è tardi e io mi butto in tenda per riposare dato che domani altri 550 km di guida mi aspettano.

Poggio la testa sul mio scomodo cuscino ad aria che quella notte mi sembrava il guanciale più soffice mai provato. Non so cosa abbia fatto per meritarmi tutta questa felicità, so solo che in questi ultimi giorni ho imparato tanto.

Al mondo ci sono tante persone speciali e tante storie da raccontare, sta a noi tenere le orecchie e il cuore aperto per cercare di assorbire tutto ciò di buono che il mondo può darci. Noi come individui siamo solo granelli di polvere che si fanno trascinare dal vento chissà dove, non possiamo evitarlo.

Mi sveglio presto la mattina con il suono delle monociclindriche fatte riscaldare prima della gara dai loro proprietari. Rimango qualche minuto a vedere le gare dei bambini, ma i km da fare sono tanti e purtroppo non posso trattenermi a lungo.

Saluto tutti con un gran sorriso e non posso fare a meno che essere grato per questa strana ma fantastica vita. Un altro giorno ha inizio!

Alessio Cogodi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.