ALESSIO COGODI PT. 2: VIAGGIO E DESTINO

Continuazione dell’articolo “ALESSIO COGODI: OGGI L’AUSTRALIA, DOMANI IL MONDO

27 giugno 2019

Obiettivo del giorno: trovare il free camping beccato su wikicamp dopo aver guidato per 300 km e cercare di risparmiare qualche dollaro dopo aver speso una barca di soldi durante l’ultima settimana di road trip con Ila e le amiche.

Quando sono a 2 ore di guida dal free camping inizia improvvisamente a diluviare. Due lunghe ora di pioggia fredda e incessante. Decido che non è il caso di provare a piantare la tenda anche perché il terreno fangoso non me lo permette.
Mi decido a spendere quei 40 dollari che ogni Motor Inn ti chiede per passare la notte in una modesta stanzetta. Arrivo nella prima città e mi accingo a chiedere una stanza ma mi rispondono che la stanza meno costosa viene 120 dollari a notte. A questo punto mollo d’istinto la penna con la quale stavo scrivendo il mio nome e i miei dati nel modulo e, sorridendo, me ne vado.
Fuori dal pub trovo un uomo che aveva visto tutta la scena. È un uomo sulla cinquantina con la pancia pronunciata e tiene in mano una birra. Mi dice di vivere nella città vicina e che se andassi lì probabilmente sarei in grado di trovare un posto dove stare, anche se, aggiunge, non sa quanto costino i Motor Inn. Prendo quindi la moto e guido nell’oscurità, nel bel mezzo del nulla e sotto il diluvio per questi dannati 80 km. Arrivo in città e scopro subito che il Motor Inn più economico viene 130 dollari. Purtroppo sta ancora piovendo e non ho alternative, devo pagare.

Fortunatamente, compresi nel prezzo, ci sono cena, colazione e lavanderia. Mi accingo a lavare giubbotto, scarpe e tutto il resto della roba completamente zuppa dopo questo temporale e poi vado a godermi un’abbondante cena stile all you can eat. Con mia grande sorpresa tutto è pulitissimo ed incredibilmente buono. Torno nella mia bella cameretta (vorrei ben vedere per 130 dollari…) davanti alla quale ho parcheggiato Rias, faccio una doccia e poi mi godo un po di TV spazzatura.
Era da un bel po’ che non guardavo la TV, probabilmente mesi.

Apparentemente il giorno prima devo aver capito male l’orario della fine della colazione. Mi sono presentato alle 7.45 convinto che la colazione finisse alle 8, invece finiva alle 7. Dalle 4 alle 7. Questo perché un sacco di lavoratori che alloggiano in quel Motor Inn cominciano a lavorare davvero presto. Comunque, all’interno del ristorante incontro il proprietario della struttura che mi fa preparare una macedonia e qualche uovo fritto. È una persona molto alla mano e mi racconta qualche aneddoto della sua vita. Poco dopo ci lasciamo con un sorriso e una stretta di mano, ma non prima di avermi riempito di banane, mele e arance per il viaggio.

300 Km di autonomia e LA stazione di Servizio

Per la notte successiva decido di recarmi in un free camping vicino alla costa ma c’è solo un problema: dovrò attraversare un tratto lungo 300 km nel mezzo del nulla e senza una stazione di servizio.

Inconsciamente penso che il serbatoio di Rias sia abbastanza grande e che con un pieno io possa essere in grado di arrivare a destinazione. La strada a tratti è parecchio dissestata e le cinghie che utilizzo per tenere i bagagli si allentano e, mentre guido a 100 km/h, perdo il mio zaino. Me ne accorgo circa un km dopo sentendo degli strani movimenti dietro alle mie spalle. Panico. Torno indietro alla velocità della luce e trovo sparsi per strada il mio PC, la fotocamera, l’hard disk, il misuratore di glicemia e tutto il resto del contenuto dello zaino.

Fortunatamente l’unico che sembra avere qualche danno è il computer, però solo estetico. Tutto il resto è salvo. È un miracolo. Sono davvero nero, avvelenato, però posso prendermela solo con me stesso per non aver fissato bene i bagagli. Mi ripeto che tenere una mentalità positiva è importante, quindi metto tutte le mie cose dentro allo zaino malconcio, sistemo nuovamente i bagagli e riparto. Tre bagagli sono troppi. Anche se con me porto solo il necessario (a mio parere), devo liberarmi di qualcosa. Sono troppo pesante e sbilanciato con tutte queste borse. Continuo il viaggio ma sembra che la fine di questi lunghi rettilinei nel mezzo delle praterie non arrivi mai. Intorno a me solo erba secca e colore giallo a perdita d occhio.

70 km prima della prossima stazione di servizio Rias segna solo 2 tacche di benzina. Mi sento un po’ preoccupato e comincio a pensare che resterò nel bel mezzo del nulla senza benzina. Comincio a pensare come risolvere il problema. Probabilmente dovrò piantare la tenda a bordo strada ed aspettare che una macchina passi di qui per chiedere una mano. Dio no, non deve succedere.

500 metri dopo questo pensiero trovo sulla mia destra una vecchia stazione di servizio dismessa ma con un bel bus parcheggiato davanti. Decido di provare a entrare e chiedere 1 litro di benzina in prestito, anche perché non ho un solo dollaro cash con me. Un uomo brizzolato, con un po’ di pancia e gli occhialini, viene verso di me e, senza darmi il tempo di spegnere la moto, mi dice “c’è caldo, vieni dentro”. Parcheggio la moto all’ombra (dato che diversamente dal giorno prima era una giornata caldissima) e lo seguo. Gli chiedo gentilmente un po’ di carburante e lui, con un bellissimo sorriso, mi risponde che non c’è problema e mi porge una birra ghiacciata. Mi invita a sedermi su uno dei divani che addobbano questa vecchia stazione. È intento ad aggiustare un vecchio tagliaerba, ma intorno a lui ci sono juboxe, flipper e droni smontati ovunque.

Devo avergli dato una buona impressione perché si trova subito a suo agio. Lo vedo entrare nel suo bus e, dopo un minuto, esce tenendo qualcosa con la bocca. Gli chiedo cosa sia e lui con una sincerità disarmante mi rispone “Weed, do you want some?”. Dopo una lunga ed incredibile risata non mi tiro indietro e lui mi prepara una cialda su un bong improvvisato. Distruttivo, questa è la parola per descrivere la sensazione. (Ehmm, family friendly vero? – ndr)

Dopo 10 minuti mi chiede dove passerò la notte e io gli rispondo che devo andare in un free camping a circa 200 km da lì. Di tutta risposta mi dice che se voglio posso rimanere lì per la notte. Penso che il destino mi abbia condotto in questo posto, quindi accetto. Cominciamo a parlare e mi dice di essere affetto da un tumore al cervello da 16 anni e che ha bisogno di fumare costantemente per via dell’intenso dolore che prova.

Quando gli è stato diagnosticato questo male i medici gli diedero solo qualche anno di vita e quindi, invece di prenderla a male, lui ha cercato di raccogliere i frutti che poteva cogliere dall’albero della vita: ha comprato un vecchio scuola bus dismesso dell’86 e, grazie all’aiuto di qualche amico, l’ha trasformato in un camper bellissimo, probabilmente meglio di molti camper moderni, con all’interno tutte le comodità.
Decido di prendere la mia tenda e cominciare a fissarla per la notte ma lui, con un fortissimo accento australiano, mi dice “Leave it there. You will not sleep there!“. Mi porta nel retro della stazione e, con mia grande sorpresa, mi accorgo che il luogo è molto più grande di quel che potesse sembrare. A quanto pare la stazione fungeva anche da Motor Inn e sul retro si trovano all’incirca 6/8 stanze completamente nuove ed arredate con TV e aria condizionata.

Mi dice che, se voglio, posso passare lì la notte. Dopo una giornata dove ho speso tra benzina e accomodation ben 170 dollari, speravo davvero di riuscire a risparmiare qualche soldo, ma questo andava oltre le mie aspettative. Neanche a farlo apposta questa stanza è la numero 13. Che incredibile coincidenza.
Intanto scende la notte e prepariamo un bel falò nel retro mentre fumiamo e beviamo birra, ma non prima di avermi preparato della strana pasta liofilizzata con il microonde. Dopo averla gustata mi sento stanco e voglio andare a dormire, dunque faccio due coccole al cane e cado in un sonno rilassante.

La mattina successiva

La mattina seguente mi sveglio alle 7 e mezza e lo trovo già in piedi e pimpante. Faccio colazione con la mia ultima merendina (dato che la notte prima ce le siamo spazzolate tutte) e un’arancia rimastami dalla permanenza nel più costoso Motor Inn del mondo.

Ci mettiamo comodi in un divano sotto il sole per riscaldarci un po’ e fissiamo la strada e ad un certo punto mi chiede di aprire la serranda di un garage e di guardare dentro. All’interno trovo un aereo da due posti. Rimango a bocca aperta e penso a quanto mi piacerebbe usarlo ma a lui è stato ritirato il brevetto per via della sua condizione, quindi nulla. Mi mostra anche un video di un eliccotterino 2 posti in suo possesso ma che adesso si trova in mano del figlio in un’altra città. Mi mostra anche un quadro con delle vecchie foto di lui da giovane saltando un dosso a Fraser Island e mi racconta qualche vecchio aneddoto. Non c’è bisogno che lo dica, questo è stato di gran lunga il giorno più interessante che abbia passato in Australia e lui la persona più interessante che abbia conosciuto forse in tutta la mia vita.

Mi dice che a breve dovrà andare a dare una mano alla figlia a fare qualcosa quindi preparo i bagagli sulla moto e me ne vado, ma non prima di averlo abbracciato e avergli detto quanto lo stimo.

Verso una nuova meta

Lascio per sempre quella stazione di servizio con l’impressione che tutto ciò sia stato solo un sogno. Troppe coincidenze, troppe cose in comune con quest’uomo e troppa la stima provata a primo impatto nei suoi confronti.

È stato come se lo conoscessi da una vita.

È stato come guardarsi in uno specchio che riflette il futuro.

Alla fine dei conti sta facendo ciò che ho sempre pensato di fare un giorno, affrontare la morte a testa alta e con il sorriso sulle labbra non pentendosi di nulla. Per me un Gol D. Roger.

Man mano che abbandono quel posto circondato solo da erbacce gialle noto che il paesaggio comincia a cambiare, tutto intorno a me diventa più verde ed anche il cielo ha un aspetto migliore. Sarò pazzo, ma ho come l’impressione che se ora tornassi indietro non troverei nessuno lì e scoprirei che è stato tutto un lungo sogno.
Sarà che l’impressione che avevo addosso era la stessa che provavo durante i miei sogni quando ero in coma. Come essere in bilico tra il mondo reale e quello dei sogni, laddove non sei in grado di capire dove cominci il sogno e finisca la realtà. Solo di una cosa sono sicuro: farò tesoro degli insegnamenti che in sole poche ore sei riuscito a darmi.

Alessio Cogodi

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